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Sei in: Home_Webzine_I figurinai lucchesi e la tradizione del presepe in Toscana

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Gli archivi storici del comune di Bagni di Lucca raccontano che l'attività dei figurinai della Lucchesia, gli artigiani capaci di plasmare statuine, si può far risalire alla metà del ‘700. Nel locale palazzo comunale un dipinto dell'artista barghigiano Cordati riferibile a quel periodo raffigura infatti un figurinaio di quelle zone, accompagnato dai suoi garzoni, che tiene in mano due ceste colme di statuine pronte per essere vendute.

Una tradizione antica, dunque, capace di dar vita a personaggi di singolare espressività ed accuratamente modellati, generazione dopo generazione, in giro per il globo.

Sì, perché tanti furono i figurinai che infoltirono le schiere dei migranti lucchesi in diversi Paesi, contribuendo alla costruzione di quella comunità di Lucchesi nel Mondo che rappresenta una parte importante della storia toscana.

Qualcuno riporta la storiella che quando Cristoforo Colombo scoprì l'America trovò sulla spiaggia alla quale approdò un lucchese che vendeva statuine del presepe. Una battuta che la dice lunga sul radicamento di questa tradizione in Lucchesia, anche se ancora oggi non esiste alcuna datazione esatta che indichi la nascita vera e propria di questa figura di artigiano/artista.

Certo è che nella seconda metà dell''800 nasce una rinnovata volontà di fare, di intraprendere. Tra le tante attività che sorgono vi è anche quella di chi si inventa di rappresentare, sotto forma di statuetta, la fisionomia delle persone in generale, siano gente comune o mestieranti qualsiasi. Successivamente, vuoi per l'istruzione cattolica fortemente radicata o magari soltanto per la nascita di una buona idea, si cominciò a riprodurre la scena della nascita di Gesù, del villaggio dove questa era avvenuta e degli abitanti intenti a svolgere le quotidiane attività. Tra questi, pioniere fu certamente Emanule Fontanini, che fondò l'omonima azienda sorta nel 1908 a Bagni di Lucca, ancora oggi sinonimo di alta espressione artistica.

All'epoca i materiali a disposizione per realizzare queste piccole opere di scultura erano pochi. Si usava quello che si poteva trovare anche per strada dimenticato da qualcuno, come il giornale. Ecco la cartapesta, il materiale degli albori. Un materiale così valido che la produzione proseguì fin quasi alla metà del ‘900, affiancata però, dalla fine dell'‘800, da quella realizzata in gesso, ancora portata avanti da diverse aziende della zona. Altre invece a partire dal dopoguerra misero a punto nuovi sistemi produttivi, arrivando all'uso del pvc (materiale infrangibile, ma pur sempre modellabile), portando la produzione ad un livello industriale.

Negli anni si sono quindi avvicendate le tecniche più disparate, ma una tra le più classiche ed efficaci resta sempre quella della carta da pacchi, che, inumidita con il vinavil e avendo cura di darle la forma desiderata, una volta asciutta dona la possibilità di ottenere dei veri e propri paesaggi da decorare a piacere con semplici colori ad acqua.

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